LIBRI CHE HANNO CAMBIATO LA MIA ESISTENZA

Di tante cose che posso affermare su me stessa non c’è di certo il fatto che io sia una grande lettrice. Non sono una persona che divora libri a ciclo continuo anche perché la maggior parte della narrativa tradizionale mi annoia e quasi mai trovo coinvolgenti le storie d’amore impossibili descritte nei romanzi rosa. 

La mia mente, per qualche strano motivo, non mi permette di incamerare correttamente tutte le informazioni se io gliele trasferisco sotto forma di ‘lettura’ e questo spesso mi innervosisce perché dopo aver finito un libro, trascorso qualche tempo, non saprei raccontarlo in dettaglio a qualcuno che me ne chiedesse il contenuto. 

Ad eccezione di questo fatto, ci sono però pochi strani libri che hanno segnato la mia esistenza e che ho letteralmente divorato (e che tutt’ora ricordo!). Ve li racconto brevemente qui di seguito nella speranza che essi possano dare qualche spunto interessante a qualche altro lettore pigro là fuori in ascolto. 

LE CITTA’ INVISIBILI – ITALO CALVINO

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Se dovessi pronunciarmi a proposito del mio libro preferito in assoluto tra tutti quelli che ho letto, questo sarebbe quasi sicuramente ‘Le Città Invisibili’ di Italo Calvino. Il libro è a dir poco frammentato, la scrittura è sincopata e ogni episodio descritto, diviso dagli altri tramite i capitoli che definiscono dei veri e propri cambi di argomento, apre nuovi scenari irreali. 

Il tema sono le città, appunto, e Calvino immagina Marco Polo che racconta a Kublai Khan (discendente di Gengis Khan) le sembianze delle città immaginifiche che ha incontrato durante il suo viaggio. Le tipologie di città si dividono in undici gruppi che vanno dalle città della ‘memoria’ alle città ‘nascoste’. Lo stesso Calvino ha dichiarato infatti che l’ordine in capitoli in cui si presenta la narrazione non è che superfluo e che il libro è in realtà disseminato di inizi e di conclusioni, per cui sta al lettore decidere un pò l’ordine di apprendimento delle informazioni. 

Questa mancanza di struttura così peculiarmente organizzata, questo caos apparente che si incanala in realtà in uno schema geometrico perfetto, mi ha sempre affascinato a dismisura. L’impossibilità che caratterizza il libro, di essere incasellato in una specifica tipologia narrativa mi rincuora e a tratti mi fa sentire a casa. 

Lo stile narrativo sincopato che caratterizza tutte le opere di Calvino, ricco di punteggiatura, di stop, di respiri e di collegamenti, mi ha tenuta incollata alle pagine dalla prima all’ultima e ne ha fatto, probabilmente, il mio libro preferito. 

OGNI COSA E’ ILLUMINATA – JONATHAN SAFRAN FOER 

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Nella categoria romanzi, che come anticipato non mi attirano quasi mai, mi sento non solo di salvare ma di consigliare ‘Ogni cosa è illuminata’ di Johantan Safran Foer. Il romanzo è storico ed autobiografico, Jonathan è un bambino, poi ragazzo, ebreo che vive negli Stati Uniti, ossessionato dagli oggetti. Ne colleziona di ogni tipo, ma solo ed esclusivamente se appartenuti alla sua famiglia. Sul letto di morte, la nonna gli consegna una fotografia del nonno che lo ritrae a mezzo busto insieme ad una donna in un campo di grano. Dietro la foto una scritta a penna recita ‘Io ed Augustine’ – Trachimbrod 1940’. 

Il protagonista decide di partire per un viaggio in Ucraina alla riscoperta delle orme del nonno, emigrato negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni condotte a danno degli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. Nella ricerca di Augustine, donna che avrebbe aiutato suo nonno a fuggire, Jonathan verrà affiancato da due disperati e una cagnetta psicopatica. I tre sono rispettivamente nipote, nonno fintamente cieco (che per capirci guiderà la macchina per tutto il viaggio) e cane ‘guida’. Il risultato ha dell’incredibile. La storia è avvincente e delicata, commovente e a tratti davvero divertente. La compostezza silenziosa dell’ ‘ebreo americano’ si scontra con le personalità esilaranti dei due Ucraini che lo accompagnano, per conto di un’agenzia di proprietà della famiglia, specializzata in ‘viaggi storici’. 

La scrittura non è semplicissima, la narrazione è abbastanza frammentata ed insaporita di lettere, estratti ed elementi che qualche volta distolgono l’attenzione dalla storia, ma merita davvero di essere letto.

Tra i pochissimi libri infine ad essere glorificato dalla trasposizione cinematografica in cui la fotografia un po andersoniana e le musiche ebraiche producono un mix incredibile.  

PENSA E ARRICCHISCI TE STESSO – NAPOLEON HILL

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Libro completamente differente, mirato alla crescita e all’arricchimento delle personali capacità legate alla mente è ‘Pensa e Arricchisci Te Stesso’ di Napoleon Hill.

In un excursus di studio che ha messo insieme i tratti comuni della vita di oltre 25 miliardari americani che si sono fatti da sé, Hill tratteggia una strategia del successo sorprendente. 

Anche se l’intero libro è mirato all’accumulo delle ricchezze, in realtà gli spunti di evoluzione personale nascosti all’interno del libro raccontano principi utili al raggiungimento di un più generale stato di benessere e di pace interiore.

Letto recentissimamente durante la quarantena ben due volte di seguito ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta. 

La bellezza del contenuto si nasconde nel fatto che Hill non si limita a raccontare la strategia che ha scoperto durante i suoi studi. Egli coinvolge il lettore in prima persona, dandogli compiti precisi, esercizi da fare e domande a cui rispondere al fine di auto analizzare se stessi in un modo illuminante.

Adatto a chi cerca la giustificazione per dare un giro di chiave alla propria vita e a chi ha perso il timone e sta navigando in una direzione che vuole correggere. 

LA REGINA DELLA CASA – SOPHIE KINSELLA

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Come anticipavo, la categoria dei romanzi rosa non mi entusiasma quasi mai poiché in larga parte finiscono col riconoscere la soluzione ad ogni problema nella vita di coppia. Tutta un’esistenza, e per lo più il 90% di 400 pagine di romanzo, girano attorno a struggimenti amorosi ed al riconoscimento dell’amore come guaritore di ogni male e di ogni difficoltà. Ma magari!

Tutto ciò però non ha nulla a che vedere con ‘La regina della casa’ di Sophie Kinsella, che mi ha fatta scompisciare dalle risate dalla prima all’ultima pagina. Iniziato con diffidenza per questo mio preconcetto legato alla categoria, mi sono dovuta ricredere a tal punto che sono qui a consigliarvelo.

Samantha Sweeting è una giovane avvocata affermatissima che sta per diventare socia dello studio legale in cui lavora. Ad un passo dalla firma viene accusata di non aver inviato un documento e viene licenziata in tronco. In preda alla confusione scappa dalla città a bordo della sua auto e si ferma davanti ad una villa per chiedere un’aspirina che le possa curare il terribile mal di testa che la tormenta.

Malauguratamente, nel suonare quel campanello, viene scambiata per la domestica in prova e lei, in uno stato di totale confusione, si lascia trasportare dagli eventi. Finirà a badare alla villa preda di fornelli e pulizie senza aver mai cucinato nemmeno un toast. 

Un susseguirsi di situazioni e scambi esilaranti lo rendono senza dubbio il libro più divertente che io abbia mai letto. La scrittura è fluidissima e scorre sotto ai vostri occhi come le strisce bianche sotto la macchina in autostrada. 

La storia fluisce ad una velocità che è difficile da realizzare e vi ritroverete a ridere a crepapelle da soli seduti sul divano mentre il vostro compagno vi guarda stranito.

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